quaderno Neruda

4,50

Ho una voglia matta di fare con me ciò che la primavera fa con i ciliegi (giusto per scomodare la poesia, anche se adattata, e Neruda): vedermi sbocciare.
Me lo merito. Me lo merito: dittelo anche tu, a voce alta, adesso, così posso sentirti.

Quanto è liberatorio.
E quanto è giusto. Non è vero che sono gli altri a dovertelo dire. Prima devi farlo tu.
A volte anche scrivere non basta: bisogna dire. A volte serve la voce perché le cose diventino vere.
La mia è un po’ roca: sa di caffè, di notte, di silenzio.

Guardo verso la mia finestra il fascio di luce che taglia la stanza, e taglia anche me, ma senza farmi male. Curandomi. Basta così poco per calmare il cuore, a volte.

Bastano un paio di giornate di fila di sole, di quella luce che irradia i boccioli, i butti, i rami che accolgono i primi fiori, di quella luce che scioglie la fronte corrugata, scioglie i nodi. Basta rivedere il giallo delle mimose incendiare l’azzurro prepotente del cielo – l’azzurro che reclama il suo spazio, dopo mesi di nuvole. Basta quel tepore che scalda le spalle per sentirsi avvolti, leggeri, per sentire quella sensazione quasi bambina di fluttuare lievi sopra i pensieri, come una mongolfiera, come un palloncino, come le cose brutte che passano. Come la speranza che germoglia, anche lei.

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  • il formato: 14×19 cm – puoi tenerli in borsa, nello zaino, sul comodino, accanto al libro che stai leggendo…;
  • le pagine: 64 (senza righe) – per i tuoi pensieri indisciplinati;
  • la carta interna: Fedrigoni Palatina avorio da 85 g – porosa, ingiallita, vintage;
  • la copertina: cartoncino Fedrigoni Acquerello avorio da 200 g – patinata, per far brillare ancora di più i colori;
  • la rilegatura: brossura – per incollare pagine e sentimenti, parole, emozioni, citazioni, pensieri…