La lista di Amelie

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Mi piace Il favoloso mondo di Amelie e mi piacciono le liste. Perché ovunque c’è Parigi, per le musiche di Yann Tiersen, e forse anche perché il film inizia con una lista.

Faccio liste di continuo e su tutto: della spesa, delle cose da fare, dei pro e contro, dei vestiti che mi servono, delle cose da mettere in valigia, delle ricette da cucinare, delle cose da ricordare, delle cose che voglio scrivere; dei sogni che voglio realizzare per primi.

È il solo modo che conosco per mettere ordine nelle mie idee − che a spesso sono tante e si attorcigliano e annodano come le collane e i bracciali che tengo in una valigetta vintage con la tour Eiffel circondata da un mare di peonie.

Le liste dicono tanto delle persone: delle loro abitudini, di cosa mangiano, delle loro manie e passioni, del loro carattere, dei loro gusti, della loro giornata.

Stilando questa lista, quella di Amelie − delle cose che mi piacciono e di quelle che non mi piacciono − ho scoperto che la prima è di gran lunga più affollata. E mi riprometto di arricchirla.

Cose che mi piacciono

i mercatini vintage, la carta, camminare scalza per casa, l’autunno, i libri usati, la musica francese, il cestino del pane al ristorante, mettere i suoi boxer in estate, le foto in bianco e nero, impastare la crostata, il profumo di detersivo sugli asciugamani, fare il ciambellone che mi ha insegnato mia madre, i colori dell’autunno, il punto e virgola, le colline di Bibbiano, Parigi, i dolci, la lingua italiana, il futurismo, le persone che hanno idee, le buste di carta ricolme di frutta e verdura, la pioggia fresca in estate, bere il caffè davanti alla finestra, le parole sussurrate, affondare a letto con un libro, fare colazione la domenica mattina, la pizza, i sognatori, la cioccolata calda fatta con il cacao in polvere e la farina, i piatti blu con i puntini bianchi e quelli con i fiori, fare l’albero di Natale, le peonie, i racconti di mia madre, la torta di mele, i lunghi giri in macchina per i colli di Firenze, i tramonti al Lido di Venezia, la leggerezza delle vacanze al mare, le penne stilografiche e le penne colorate, apparecchiare la tavola con i piatti comprati in Provenza, la Provenza, rileggere i miei vecchi quaderni, il formaggio, ballare in mutande quando sono in casa, i maglioni natalizi, i tortellini in brodo, disegnare la sera al fresco, le macchine da scrivere, le lucine in giardino quand’è primavera, prendersi il tempo, la panzanella, le tovaglie bianche, i colori pastello, Calvino, la sua voce mentre mi legge un libro, i romanzi di Pavese, le formine dei biscotti, pensare alla figlia che ancora non ho, fare il bagno nella vasca, il caminetto acceso, mangiare le caldarroste mentre passeggiamo a braccetto…

Cose che non mi piacciono

l’appiccicaticcio dell’estate, il cioccolato all’arancia, gli snob, l’apatia, quando non mi amo abbastanza.